LIBRERIA NUOVA TERRA: Scheda prodotto
RETORICA DELLA GUERRA. QUANDO LA VIOLENZA SOSTITUISCE LA PAROLA
di VALZANIA SERGIO
Stato Editoriale
In commercio
Reperibilità
Reperibile in pochi giorni
- Titolo: RETORICA DELLA GUERRA. QUANDO LA VIOLENZA SOSTITUISCE LA PAROLA
- Sottotitolo: QUANDO LA VIOLENZA SOSTITUISCE LA PAROLA
- Autore: VALZANIA SERGIO
- Illustratore: 0
- Editore: SALERNO EDITRICE
- Collana: PICCOLI SAGGI
- Anno: 2002
- ISBN: 9788884023889
- Pagine: 128
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 350 SCIENZE SOCIALI
Classificazione CEE
- JWA TEORIA DELLA GUERRA E SCIENZA MILITARE
"Retorica della guerra" è una riflessione sulla guerra come fenomeno di comunicazione degradata, ridotta al suo livello più basso: il confronto violento. Dietro all'incapacità di dialogo nella comunicazione bellica si affaccia la differenza di modello culturale che impedisce la comprensione. I contendenti combattono due guerre diverse, perché diverse sono le autorappresentazioni che se ne fanno.
La guerra come linguaggio: è questo il particolare punto di vista da cui Sergio Valzania ripercorre, dall’antichità ad oggi, alcune tappe fondamentali della storia umana nel suo risvolto più tragico e sanguinoso. Se nel mondo tutto è il linguaggio, lo è anche l’esperienza bellica, ma al suo grado più basso: il confronto violento, attivato quando, tra i referenti, non è più possibile alcuna altra forma di scambio. Già Erodoto dimostra di riconoscere alla guerra una valenza, per così dire, ” linguistica” quando ritiene barbari i persiani perchè “non sanno parlare (la lingua greca)”; nel Medioevo trionfa una sorta di dialogo inespresso tra le parti in lotta; in epoca moderna, l’ampliarsi della base dello scontro riduce sempre di più la comunicazione e radicalizza il confronto. Oggi, poi, in un mondo ancora sotto choc per l’attacco alle Twin Towers, assistiamo a una moltiplicazione esponenziale dei messaggi, senza per questo che vi sia reale comunicazione: l’’enorme divaricazione culturale fra i contendenti dimostra che non vi può essere intesa quando lo stesso evento è concepito in due modi totalmente diversi e opposti, quando un uomo può al contempo essere condannato come folle assasino di innocenti e come martire per la libertà degno dell’assunzione in cielo. In un epoca, dunque, di bassissima qualità comunicativa, l’allarme con cui Luigi Mascilli Migliorini conclude la sua Presentazione appare ben giustificato:” quando, nonstante un babelico accumularsi di messaggi trasmessi dai più diversi media, le vere “parole per dirlo” non escono dalle bocche dei soggetti di una relazione, o, uscite , non riescono più ad essere capite, la scelta delle armi è imminente, ieri nelle pianure sassose dell’antica Grecia, oggi nelle sabbie del Medio Oriente o sui passi montuosi dell’Afghanistan”.