LIBRERIA NUOVA TERRA: Scheda prodotto
CRONACHETTE
di SCIASCIA LEONARDO
Stato Editoriale
In commercio
- Titolo: CRONACHETTE
- Autore: SCIASCIA LEONARDO
- Illustratore: 0
- Editore: ADELPHI
- Macrosettore: CLASSICI
- Settore: NARRATIVA
- Collana: PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI
- Anno: 1998
- ISBN: 9788845914171
- Pagine: 104
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 850 LETTERATURA
Classificazione CEE
- FA NARRATIVA MODERNA E CONTEMPORANEA (DOPO IL 1945)
Manifestando appieno la sua vocazione di scrittore-detective, Sciascia ci consegna con "Cronachette" una teoria di microritratti memorabili, dal primo Seicento al nostro secolo. Si tratta quasi sempre di figure misconosciute e dimenticate: così è per Don Alonso Giron, contemporaneo di Tasso che uccise "a quattro mani" un adolescente e che, scovato e giustiziato, fu protagonista di un funerale simile a un dipinto di Zurbaran; così è per Don Mariano Crescimanno, benedettino che intorno al 1735, a Modica, fu a capo di una "puzzolente e carnale eresia" e quindi costretto in segrete fra le cui mura urlava giorno e notte; o Don Giuseppe Buttà, testimone dell'impresa dei Mille, avversatore di Garibaldi, ridotto a "piccolo uomo incerto".
Manifestando pienamente la sua vocazione di scrittore-detective, Sciascia ci consegna con Cronachette una teoria di ritratti memorabili: ìVanno dai primi del secolo XVII ad oggi: ma in tutte e’ il senso e il senno dell'oggi, almeno nelle intenzioni; e così spero le intenda chi delle cose di oggi ha ancora il senso (come dire "il senso del pericolo") e continua ad aver senno nel giudicarleî scriveva Sciascia nel risvolto della prima edizione. Si tratta spesso di figure misconosciute: don Alonso Giron, che, accusato dell'assassinio di un adolescente e giustiziato, fu protagonista di un funerale simile a un dipinto di Zurbaran; don Mariano Crescimanno, benedettino che intorno al 1735, a Modica, fu a capo di una ìpuzzolente carnale eresiaî e quindi costretto in segrete fra le cui pareti urlava atrocemente giorno e notte; la Rosetta de Woltery, canzonettista del teatro San Martino nella Milano del 1913: la Milano di Verga e degli Scapigliati, che celava tuttavia in se la Milano di Stendhal. E proprio Stendhal funge da cerniera con l'altro versante di Cronachette, dove si evocano figure piu’ note ma colte in frangenti poco noti: il principe Pietro Bonaparte, che fu amico di Victor Hugo e che avrebbe ispirato a Stendhal il personaggio di Fabrizio del Dongo; Mata Hari, a cui Sciascia carpisce inimmaginabili esibizioni al Trianon di Palermo; e Garibaldi, i cui meriti vengono in parte ridimensionati nella testimonianza di padre Giuseppe Butta’, censore dell'îinettitudine e pavidita’î dell'esercito borbonico e insieme avversatore dell"eroe dei due mondi, ridotto a ìpiccolo uomo incerto, spaurito e quasi svanitoî.