LIBRERIA NUOVA TERRA: Scheda prodotto
AUTOREVERSE DELL'ESPERIENZA. EUFORIE E ABBAGLI DELLA VITA FLESSIBILE (L')
di LA PORTA FILIPPO
Stato Editoriale
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- Titolo: AUTOREVERSE DELL'ESPERIENZA. EUFORIE E ABBAGLI DELLA VITA FLESSIBILE (L')
- Autore: LA PORTA FILIPPO
- Illustratore: 0
- Editore: BOLLATI BORINGHIERI
- Collana: SAGGI. ARTE E LETTERATURA
- Anno: 2005
- ISBN: 9788833915708
- Pagine: 150
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 300 SCIENZE SOCIALI
Classificazione CEE
- DNF PROSA LETTERARIA
Se l'esperienza è esposizione al dolore, alla noia, al tempo morto della passività e alle loro conseguenze irreversibili, la nostra vita quotidiana sembra averle preferito un surrogato artificioso, una simulazione meno vulnerabile. Siamo immersi nell'euforia dell'interazione controllata, dell'autoriferimento senza pathos, dell'atrofia dei sensi come garanzia anestetica. Attraverso lo scrutinio della letteratura e del pensiero critico contemporanei, La Porta ci riavvicina alle ragioni antropologiche ed etiche di un'esperienza possibile: il contrario del comodo "autoreverse" che ci allestisce il rumoroso teatrino della cultura nazionale, abitato da postavanguardie conformiste e da fatui eversori sedotti dall'esistente.
La Porta Filippo Autoreverse dell'esperienza. Gli inganni della vita flessibile Collana «Saggi. Arte e letteratura» pp. 150, Euro 15,00 Isbn: 88-339-1570-0 «Che ne è dell’esperienza?» L’interrogativo, con il suo implicito verdetto sull’estenuazione e l’impoverimento dell’intensità dell’esperire e il dubbio radicale circa la sua stessa possibilità, percorre la filosofia e la letteratura del Novecento, e approda all’oggi ancora più sgomento. Se l’esperienza è esposizione al dolore, alla noia, al rischio, al tempo morto della passività e alle loro conseguenze irreversibili – ossia a tutto ciò che dà forma e conferisce senso al vissuto –, la nostra vita quotidiana sembra averle preferito un surrogato artificioso, una simulazione meno vulnerabile. Siamo immersi nell’euforia dell’interazione controllata, della messa in sicurezza, dell’autoriferimento senza pathos, della flessibilità svincolata dal caso, dell’atrofia dei sensi come garanzia anestetica. Attraverso quello scrutinio incrociato della letteratura e del pensiero critico contemporanei a cui ci ha abituati il suo saggismo, La Porta ci riavvicina alle ragioni antropologiche ed etiche di un’esperienza possibile, necessariamente imperfetta: proprio il contrario del comodo "autoreverse" che ci allestisce il rumoroso teatrino della cultura nazionale, abitato da postavanguardie conformiste e da fatui eversori sedotti dall’esistente. Filippo La Porta, critico e saggista, ha pubblicato, da ultimo, "Non c’è problema. Divagazioni morali su modi di dire e frasi fatte" (Feltrinelli, 1997), "Manuale di scrittura creatina. Per un antidoping della letteratura" (Minimum fax, 1999), "Narratori di un Sud disperso. Cantastorie in un mondo senza storie" (L’ancora del Mediterraneo, 2000), "Pasolini. Uno gnostico innamorato della realtà" (Le lettere, 2002) e "Basta con la letteratura", in Benedetta Centovalli (a cura di), "Patrie impure. Italia, autoritratto a più voci" (Rizzoli, 2003).