LIBRERIA NUOVA TERRA: Scheda prodotto
FUNAMBOLO (IL)
di GENET JEAN; PINOTTI G. (CUR.)
Stato Editoriale
In commercio
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Disponibilità incerta
- Titolo: FUNAMBOLO (IL)
- Autore: GENET JEAN; PINOTTI G. (CUR.)
- Illustratore: 0
- Editore: ADELPHI
- Collana: BIBLIOTECA ADELPHI
- Anno: 1997
- ISBN: 9788845912771
- Pagine: 221
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 830 LETTERATURA
Classificazione CEE
- FA NARRATIVA MODERNA E CONTEMPORANEA (DOPO IL 1945)
Un giorno in uno squallido scompartimento di terza classe, lo sguardo di Genet incontra quello di un ignoto viaggiatore dall'aspetto ripugnante. E' la rivelazione, prodigiosa e decisiva, dell'identità degli uomini, dell'identità che circola incessantemente fra gli uomini. Una rivelazione capace di accendere pensieri terribili, ma anche abbaglianti riflessioni sui dipinti di Rembrandt come sculture di Giacometti, che nella loro indistruttibile e innocente nudità concentrano ciò che vi è di più irriducibile nell'uomo: "la solitudine di un essere esattamente equivalente a qualsiasi altro"... La raccolta, che comprende testi apparsi fra il 1949 e il 1967 e consente di ripercorrere l'intera attività di Genet, include anche i "Frammenti".
Nel 1957 Genet indirizza a un giovane acrobata un ardente inno all'arte del funambolo e del Circo, gioco crudele - insieme «alla poesia, alla guerra, alla corrida» uno dei pochi che siano rimasti -, intreccio di audacia e perfezione, solitudine e follia, festa e morte. Ma in Genet ogni nucleo di pensiero sembra riverberarsi, rispecchiarsi all'infinito, attraversando come un raggio luminoso le pareti che separano i generi letterari: così questi consigli in forma di «poema» celano e svelano una temeraria meditazione sul teatro e sull'artista: «Gli consiglierei persino di zoppicare, di coprirsi di stracci, di pidocchi, e di puzzare. Di svilire sempre più la sua persona, affinché l'immagine di cui vi parlo, abitata da un morto, risplenda più fulgida che mai. Di esistere insomma soltanto nella sua apparizione». Meditazione che ritroviamo allo stato puro negli scritti specificamente dedicati al teatro, ma soprattutto nelle inesorabili note inviate a Roger Blin nel corso della collaborazione che condusse alla storica messa in scena parigina dei Paraventi. Qui il teatro diventa sfida oltraggiosa e metafisica, tesa a «infrangere la barriera che ci separa dai morti», a realizzare un evento che è «festa unica», «atto poetico»: «Io volevo la banchisa, terra promessa che abbaglia e non dà re....... Ma perché non usa finalmente, magari una sera soltanto, questa materia misteriosa, mallarmeana e allegorica?». Ma non meno sorprendenti sono i due scritfi su Rembrandt e il celebre L'atetierdiAlb~o Giacometti - che Picasso non esitò a definire il miglior saggio sull'arte che avesse mai letto -, in cui si impone la straordinaria capacità di Genet di leggere l'arte leggendo in se stesso (o è il contrario?) e che confermano la traslucida coerenza del suo pensiero. Così l'improvvisa rivelazione dell'identità che circola incessantemente fra gli uomini - colta un giorno in treno osservando un ripugnante compagno di viaggio - accende pensieri terribili, ma anche abbaglianti riflessioni sui dipinti di Rembrandt come sulle sculture di Giacometti, che nella loro granitica e innocente nudità concentrano quanto vi è di più insopprimibile nell'uomo: «la sua natura di essere esattamente equivalente a qualsiasi altro». Questo libro, che comprende testi apparsi fra il 1949 e il 1967 e consente in tal modo di abbracciare l'intero arco dell'attività di Genet, include anche Il ragazzo cnminale, che affronta con commossa insolenza il tema della gioventù votata al male, e i Frammenti..., «abbozzo» di un'ardita opera destinata a elaborare sotto il segno di Mallarmé una teoria dell'omosessualità come maledizione o sentenza irrevocabile. «Il trucco? Eccessivo. Sfacciato. Gli occhi allungati, fino ai capelli. Le unghie dipinte. C'è forse qualcuno di normale e ragionevole che cammini su un filo o si esprima in versi? E' davvero da pazzi. Uomo o donna? Mostro, decisamente. Anziché sottolineare la singolarità di un simile esercizio, il trucco l'attenuerà: non stupisce infatti che un essere c